sabato 29 novembre 2008

La storia del cioccolato


L'anno scorso abbiamo fatto un laboratorio sulla storia del cioccolato in cui studiavamo le caratteristiche della pianta e il commercio.

Lo sapevate che la pianta del cioccolato è un albero alto circa 10 metri , fa delle bacche dette cabosse in cui all'interno ci sono 30-40 semi. Questa cresce in un clima tropicale con umidità costante, più precisamente nell'area compresa tra il 20° parallelo di latitudine nord e il 20° di latitudine sud. Queste piante sono impollinate dai moscerini, fruttificano però solo 30 fiori su

100 000.

Il cacao era una risorsa anche per gli Aztechi che portavano il cacao a Tenochtitlan da Soconuso, basti pensare che si facevano 2000 cioccolate al giorno per i soldati di Montezuma. A quel epoca 100 chicchi di cacao equivalevano o alla paga giornaliera, o a una chioccia di tacchino, o a una lepre, o a tre conigli piccoli oppure a ben 100 pomodori.

Per arrivare al prodotto finito ci sono diverse fasi: aprire le cabosse, far fermentare i chicchi che germinano, le pianticelle vengono uccise dalle alte temperature, segue l'essicazione in cui perdono metà del loro peso, avviene poi la tostatura dei chicchi e infine la vagliatura e la ventilazione in cui le bucce vengono spellate e rimosse. Dopo aver fatto tutte queste procedure potremo avere tre tipi di cacao: il criollo, che è la qualità superiore, circa il 5-10% della produzione mondiale, il forasteroche è il più comune, ben 80% della produzione totale e infine il trinitarioche ammonta al 10-15%.

Nessun commento: